Night Swim

Una normale villa americana in un tranquillo suburbio con tanto di piscina. Ma una notta una bambina si avventura nell’acqua, apparentemente calma, per non farne più ritorno… Anni dopo un’altra normalissima famigliola composta dal padre Ray (Wyatt Russell), ex campione di baseball ora afflitto da una malattia degenerante che gli impedisce di giocare, dall’affettuosa moglie professoressa Eve (Kerry Condon) e dai due figli adolescenti: Izzi (Amelie Hoeferle) ed Elliot (Gavin Warren), che hanno i problemi tipici di quell’età. Trovando la piscina abbandonata, decidono di rimetterla in sesto, realizzando finalmente il sogno della loro vita. Tutto sembra andare bene e la famiglia approfitta al massimo di quella limpida, apparentemente innocua acqua. Ma piano piano cominciano a sorgere dei problemi: l’adorato gatto di famiglia scompare, i figli nuotando sembrano vedere dei fantasmi. Ma assieme ai problemi arriva un inaspettato miracolo: sembra che quell’acqua abbia dei poteri curativi e che faccia guarire il padre dalla sua malattia. Ma contemporaneamente il giovane Elliot continua ad avere delle orripilanti visioni, tanto che la madre si preoccupa e comincia ad indagare sulla tetra storia di quella piscina. Tipico film della Blumhouse casa produttrice USA, responsabile di grandi successi come Annabelle, The Conjuring e Megan, e usa la stessa infallibile formula per incanalare successi commerciali al botteghino: basso budget, attori sconosciuti, poche location ma, soprattutto, una storia inquietante e paurosa, che possa soddisfare al meglio il pubblico in cerca di forte emozioni. Ma questa volta non è una casa ad essere pericolosa, infestata o maledetta, ma la tranquilla piscina del giardino. Il film si basa sulla paura inconscia della gente per l’acqua, ma qui non si parla di oceani, laghi o fiumi dove possono nascondersi mostri malvagi, ma di un ristretto ben illuminato innocuo specchio d’acqua, dunque ancora più pauroso, che viene naturalmente sfruttato al meglio dai creatori del film, che conoscono ogni trucco per spaventare e coinvolgere lo spettatore. Jump scare accompagnati da musica assordante, che sono il marchio di fabbrica di questo genere di horror, che non si basa sulla violenza e sul sangue, ma sul mistero e sul colpo di scena. Non si lesina sulle apparizioni di fantasmi, possessioni pseudo demoniache ecc. Il lungometraggio è una brillante variante del leggendario Poltergeist, anche se si basa su un celebre cortometraggio dello stesso regista del film, Bryce McGuire, che di un corto perfetto ne fa un lungometraggio, che non annoia mai e tiene attento lo spettatore fin dall’inizio, con scene malefiche, angoscianti e spaventose. In questo genere è sempre meglio usare attori, pur professionali ed efficaci, poco conosciuti, in modo che lo spettatore non si lasci distrarre da un’eventuale star e si concentri solo sulla storia. Data la risoluzione del film, e il massimo uso del potenziale terrorizzante che possa essere sfruttato con una “piscina”, è improbabile che Jason Blum riesca a farne dei seguiti, ma con un genio del marketing come lui non si può mai sapere, e forse assistiteremo al nascere di un nuovo franchising. Scritto e diretto da Bryce McGuire (autore del prossimo film in uscita Baghead) ed è prodotto da James Wan, regista di Saw, Insidious e The Conjuring, e da Jason Blum, produttore di Halloween, The Black Phone e L’uomo invisibile. Il film vede come produttori esecutivi Michael Clear e Judson Scott della Wan’s Atomic Monster e Ryan Turek della Blum’s Blumhouse. Dal 22 Febbraio nelle sale distribuito daUniversal Pictures.

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https://www.youtube.com/watch?v=e9QF3bUOiGc

Pubblicato da redazione