Melodie e percussioni, chitarre saracene e sintetizzatori danno vita a una danza di comunità, in grado di contagiare, come in un incantesimo, chiunque si trovi nei paraggi. E’ uscito il 22 febbraio per Locomotiv Records Bêrîvanê, sil secondo estratto da Lamana, album d’esordio del fiammeggiante trio curdo-tunisino FusaiFusa. Rilettura di un brano di Ciwan Haco, pioniere di quella scena musicale curda contaminata da elementi blues, jazz e rock, Bêrîvanê richiama alla memoria le storie della tradizione orale dei villaggi in cui è cresciuto Ashti Abdo. La canzone racconta l’amore di un giovane per una ragazza che di mestiere fa la mungitrice – questo il significato del termine curdo che dà il titolo al pezzo – e porta al naso un gioiello a forma di rosa, un oggetto che magnetizza l’attenzione del giovane. Bêrîvanê è così un festoso canto d’amore dalle sonorità mediterranee, fatto di parole antiche e cariche di vitalità, di un simbolismo prezioso, essenziale, evocativo. Travolgente ensemble musicale che si muove all’incrocio fra sonorità mediorientali e afro-beat, ritmi maghrebini ed elettronica, sufismo e cultura tradizionale sub-sahariana, i Fusaifusa nascono in Italia nel 2019 grazie all’incontro fra tre artisti talentuosi, espressione di alcune delle culture più antiche e affascinanti dell’area mediterranea: il compositore e polistrumentista curdo-siriano Ashti Abdo, il percussionista e producer elettronico tunisino Taha Ennouri e il cantante e autore di musica Sufi, anch’egli tunisino, Ali Belazi. Il nome della band deriva da un termine arabo che rimanda al concetto di mosaico, a rimarcare l’attitudine condivisa a creare ponti fra suoni diversi e battiti eterogenei, a riunire molteplici sensibilità in una visione della musica (e della vita) improntata all’armonia fra le parti e alla connessione con il tutto. Un antidoto al veleno dello schematismo e delle contrapposizioni che segnano drammaticamente il nostro presente e minacciano il nostro futuro. Insieme compaiono davanti al pubblico per la prima volta nel 2022, nell’ambito della frizzante scena animata dal Locomotiv Club di Bologna. Il 25 gennaio 2024 è uscito il loro primo singolo Lamana mentre il 22 febbraio uscirà Bêrîvanê, secondo estratto dall’album d’esordio fuori il 15 marzo per Locomotiv Records. Ashti Abdo è un cantante, polistrumentista e compositore curdo, nato ad Aleppo e cresciuto ad Afrin. La sua passione per la musica nasce durante l’infanzia trascorsa tra le colline del suo villaggio, immergendosi nelle storie e canzoni degli anziani e nei suoni della natura. Da bambino, ha appreso a cantare ninne nanne tradizionali a sua sorella e a suonare lo strumento tipico curdo, il tembûr (saz), con suo fratello. Dopo essersi trasferito in Italia da adolescente, Ashti ha continuato a suonare il tembûr in modo autodidatta e ha iniziato a esibirsi come artista solista. Nel 2012 si è unito all’ensemble Domo Emigrantes, portando nel gruppo suoni e texture tipiche del Medio Oriente. Questo incontro lo avvicinò ai ritmi tipici del Sud Italia e all’uso di strumenti come il marranzano e i tamburi a cornice. Dal 2014 suona saz, mandolino e percussioni nell’ensemble Piccola Banda Rebelde canta De André. Nel 2015 Ashti ha collaborato con Angelo Petraglia e Francesco Forzani per creare Beja: “la musica, il racconto, la guerra”, un progetto di improvvisazione musicale basato su una personale interpretazione dell’esperienza di guerra. Nel 2018 ha vinto il premio DoReMiFaSud, una competizione che promuove l’integrazione e il dialogo tra diverse culture musicali. Ospite solista al Teatro Massimo di Palermo in occasione del Concerto di Capodanno del 2020, accompagnato dall’Orchestra del Teatro Massimo diretta dal maestro Omer Meir Wellber e dal coro diretto da Ciro Visco. Tra i progetti più recenti, il trio con Manuel Buda e Fabio Marconi con cui ha pubblicato gli album Karsilama e Oltremura, e il gruppo FusaiFusa, ai quali affianca parallelamente la sua attività solista. Musicista, batterista/percussionista e compositore di musica elettronica, Taha Ennouri è stato attivo nella scena musicale alternativa tunisina. Fin da giovane, ha preso parte a diversi progetti musicali che abbracciano una vasta gamma di generi, dalla sperimentazione al rock, dal reggae alla musica nord-africana, fino all’electro-dub. Tra i suoi progetti più significativi figurano Trig, Chabbouba Stambeli Urbain, Hiya wal Aalam e Gultrah Sound System, ognuno dei quali ha contribuito a plasmare la ricca tessitura musicale dell’artista. Il suo approccio alla musica è intriso di un profondo interesse per la diversità delle culture globali e le loro molteplici espressioni musicali, cercando di tradurre queste influenze in un linguaggio sonoro unico e personale. Abbracciando la sperimentazione e l’eclettismo, Taha Ennouri continua a estendere la sua ricerca nel mondo del suono e delle percussioni, sia in solo, con il suo moniker ArkTah’, sia in gruppo, con il progetto FusaiFusa. Ali Belazi è un percussionista, paroliere in arabo e cantante di origini tunisine. Si avvicina alla musica in giovane età, immergendosi negli ambienti legati alla tradizione musicale Sufi, alla musica popolare e folkloristica. In seguito, ha dato vita a progetti musicali come Yamam e Strava, che lo hanno visto cimentarsi con diversi stili e generi. La sua collaborazione pluriennale con Mizrap Band ha ulteriormente arricchito il suo bagaglio musicale e consolidato la sua reputazione come musicista eclettico e estroso. Dopo il suo arrivo in Italia, Ali Belazi ha deciso di portare avanti il suo percorso musicale, cercando di unire culture e tradizioni diverse attraverso progetti in cui la dimensione dell’incontro è preminente: la profonda comprensione della musica Sufi e delle radici musicali tunisine si riflettono nella sua missione di creare un ponte musicale tra mondi culturali apparentemente lontani.
Pubblicato da redazione