NINA DEI LUPI

Il film appartiene al filone catastrofico post apocalittico, tanto di modo ormai da anni, ma per nulla frequentato dal nostro cinema recente, che ha abbandonato il filone, una volta ben sfruttato anche da noi (es. Fuga dal Bronx, etc.), con la scomparsa del film di genere in favore della commedia e del dramma sociale. Il film, difatti, è liberamente basato su un romanzo di Alessandro Bertante, che si concentra soprattutto sull’evoluzione della protagonista, una sorta di romanzo di formazione, che da ragazzina alienata e inconsapevole delle sue capacità, si trasforma in una combattente ormai sicura di sé stessa. Nina dei Lupi, presentato all’attuale Mostra di Venezia, è una ventata di aria fresca nello stantio e ripetitivo cinema nostrano, cercando una sua strada personale, al cinema apocalittico e supereroistico del cinema d’oltremare. Un film originale e avvincente e merita la visione. Il film si regge quasi interamente sulle spalle della protagonista, qui al suo esordio ma, senza dubbio, destinata ad una fortunata carriera, che passa dal presentare una ragazza spaurita e inconsapevole ad una supereroina conscia di potere manipolare, per il bene della sua comunità che finalmente l’accetterà, invece di considerarla una semplice strega. Sorprende anche l’interpretazione di Sergio Rubini che passa disinvoltamente dall’apparire un simpatico vagabondo, a spietato capobanda, un ruolo da cattivo per lui inconsueto ma reso in maniera credibile. La regia di Antonio Pisu, anche attore e sceneggiatore, è semplice e funzionale al racconto sfruttando al meglio le splendide location trentine, e rendendo bene l’idea di una società sprofondata nel passato ma decisa e riconquistarsi un futuro migliore.

Pubblicato da redazione