IL TERZO TEMPO

Costanza, non più giovane nel corpo, ma ancora giovanissima nello spirito, inaspettatamente eredita un vecchio convento da suo padre e decide di farne un centro d’accoglienza per i suoi vecchi amici, aiutata da un riluttante ma servizievole Dom, suo marito separato, ma ancora in buoni rapporti con lei. Quando i due sono inaspettatamente raggiunti dal loro indipendente figlio Matteo che fa subito amicizia con l’attraente Celsi, giovane collaboratrice della madre. Nonostante che il sofferente Dom, accompagnato discretamente dalla compagna del momento Evelyn, che non compare mai sulla scena, tenti di dissuadere la moglie separata dal portare avanti quell’assurdo progetto, la testarda ed entusiasta Costanza si rifiuta di rinunciare ai suoi sogni che per lei sono il futuro. Dom, di fronte all’inattesa gelosia dell’ex-moglie, capisce di essere ancora amato da lei, e si rassegna ad aiutarla in quell’improbabile avventura, che magari rinsalderà l’affetto tra di loro e li riporterà insieme. I protagonisti, che si rifiutano di lasciarsi andare all’incipiente vecchiaia, cominciano così con nuovo entusiasmo, il “terzo tempo” della loro vita. Spettacolo teatrale, in equilibrio tra il dramma e la commedia, è basato sull’ultimo romanzo di Lidia Ravera, celebre scrittrice che debuttò con il leggendario Porci con le Ali e che da allora non ha smesso di scrivere bestseller. Questa è la sua ultima opera, vagamente semiautobiografica, almeno per i pensieri e i sentimenti della sua protagonista, ed è il romanzo della sua maturità. Trasformare un lungo e complesso romanzo in un’opera teatrale non è mai impresa facile: è necessario sintetizzare, eliminare personaggi e situazioni per arrivare al nocciolo della narrazione, e in questo caso l’operazione sembra avere successo, tanto che non è necessario, anche se auspicabile, conoscere l’opera originaria per comprendere perfettamente la storia e il senso. Presentata con grande successo al Teatro Parioli, come fosse un work in progress, la preparazione per un’eventuale futura produzione: è in effetti una lettura delle parti, ma con tutte le intonazioni giuste, con quattro leggii dove si alternano gli attori, illuminati all’occorrenza, con le loro entrate ed uscite. Il dramma funziona perfettamente il pubblico moderno è abituato a simili operazioni ed è perfettamente coinvolto nel dipanarsi del racconto.. Il teatro moderno, ad imitazione di un radiodramma, non ha bisogno né di scenografie, né di cambi di scena, né di movimenti sul palco, ma solo della recitazione, e di una buona storia da rappresentare. Regista e mattatrice è Emanuela Giordano, con decenni di esperienze cinematografiche, televisive e teatrali alle spalle, attorno al cui personaggio Costanza, ruota l’intera vicenda, coadiuvata dal coetaneo e sempre brillante Enzo Decaro, altro attore di lunga e grandissima esperienza, e con la partecipazione dell’incisivo Francesco Brandi, teatrante ed attore cine-tv, nella parte del figlio Matteo e di Maria Chiara Augenti, nella parte di Celsi, anch’essa attrice d’esperienza sia cinematografica che teatrale che televisiva.

Pubblicato da redazione