Con 6 prime assolute, 9 prime nazionali, 2 produzioni originali, 4 co-produzioni, 2 progetti in residenza, 9 laboratori e 2 progetti site-specific, torna a Roma dal 5 al 15 settembre Short Theatre, uno dei più importanti appuntamenti sul piano internazionale con le performing arts e la creazione contemporanea, giunto alla sua XIII edizione. In 10 giorni, fra La Pelanda, il Teatro Argentina, il Teatro India, le Biblioteche di Roma e alcuni spazi urbani, le creazioni di 55 fra artisti, gruppi e compagnie nazionali e internazionali con oltre 250 artisti presenti per un totale di 120 appuntamenti e uno spazio, decisamente ampio, dedicato alla formazione. Un programma multidisciplinare che spazia dal teatro alla danza, dalla performance alle installazioni audio-video, dai concerti ai dj set e che si apre a progetti “fuori formato”, dispositivi multimediali, incontri, workshop e alcune importanti novità come il focus Panorama Roma, la programmazione musicale di Controra e la sezione Tempo Libero dedicata ai laboratori e ai percorsi formativi. Non un semplice festival ma una preziosa occasione di incontro fra artisti, pubblico, critici e operatori che creano ogni anno una vera e propria comunità e attivano un sistema di relazioni virtuose. Short Theatre 2018 è ideato e organizzato da AREA06 con la direzione artistica di Fabrizio Arcuri, la direzione generale e co-curatela di Francesca Corona, è realizzato con il sostegno di MiBAC e Regione Lazio, con il patrocinio di Roma Capitale edè promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Azienda Speciale Palaexpo. Si svolge in collaborazione con il Teatro di Roma – Teatro Nazionale e con il supporto di Institut Français Italia, Istituto Svizzero Roma, Accademia di Spagna Roma, Istituto Cervantes Roma, Instituto Camões, Accademia di Romania, Istituto Confucio dell’Università Sapienza di Roma. “Provocare Realtà” è il titolo di questa edizione: più che un tema definito e imposto, una chiave con la quale invitare il pubblico a leggere tra le righe del programma, ritrovandone le tematiche e le sfumature di senso. “Provocare realtà” esprime la rinnovata volontà del festival di accogliere al suo interno percorsi artistici che sappiano interrogare il reale e il suo racconto, osservandone i meccanismi, mettendone in discussione le rappresentazioni, ponendo l’accento sulla capacità che i linguaggi del contemporaneo hanno nel generare delle “nuove oggettività”. A quali storie non stiamo prestando attenzione? Quali le forze che premono a cui non stiamo dando parola? Modificare la realtà attraverso la scena, riscrivere la narrazione del futuro, rivedere la relazione con gli spazi urbani, riflettere sul corpo e sulle sue implicazioni politiche e sociali sono le traiettorie principali attraverso le quali si può provare a rispondere a queste domande. Fra gli appuntamenti principali di questa edizione, l’anteprima il 5 settembre al Teatro India con Tiago Rodrigues che presenterà in prima assoluta l’esito finale dell’École des maitres 2018 e, nei 2 giorni successivi, 6 e 7 settembre alla Pelanda in prima nazionale,Antonio e Cleopatra, spettacolo che ha segnato l’edizione 2016 del Festival d’Avignone. Attore, regista, produttore e direttore delTeatro Nacional D. Maria II di Lisbona, Rodrigues mette in scena una riflessione su amore e politica fra echi shakesperiani e ricordi del colossal hollywoodiano di Joseph L. Mankiewicz con Liz Taylor e Richard Burton. Tiago Rodrigues terrà anche una masterclass gratuita e aperta al pubblico il 7 settembre alla Pelanda. Doppia replica anche per Gala di Jérôme Bel in prima nazionale il 9 e 10 settembre al Teatro Argentina: dopo aver coinvolto nei 2 precedenti spettacoli i disabili mentali e il pubblico comune, il coreografo francese torna a sovvertire le gerarchie costruendo uno spettacolo di danza che coinvolge chi normalmente è escluso dal dispositivo dello spettacolo dal vivo istituzionalizzato, ovvero dilettanti e corpi non conformi. Gala è presentato in co-realizzazione con il Teatro di Roma – Teatro Nazionale – nell’ambito di Grandi Pianure – Gli spazi sconfinati della danza contemporanea, la rassegna che lo Stabile capitolino dedica alla coreografia contemporanea a cura di Michele Di Stefano – e nell’ambito de La Francia in scena, la stagione artistica dell’Institut français Italia e dell’Ambasciata di Francia in Italia. La collaborazione di Short Theatre con La Francia in scena prosegue con un’altra prima nazionale: il 15 settembre alla Pelanda la coreografa, danzatrice e ricercatrice di origini brasilianeAna Pi, con Le tour du monde des danses urbaines en dix villes accompagnerà il pubblico attraverso 10 città del mondo in una conferenza-spettacolo concepita con Cecilia Bengolea e François Chaignaud, rivolta a un pubblico di adulti e bambini a partire dagli 8 anni, che ripercorre i diversi stili di danza urbana, mettendo in relazione la costruzione dei corpi e delle identità urbane con i movimenti politici e le lotte sociali. La realtà indagata attraverso la danza è la prospettiva dentro la quale si inserisce anche Hope Hunt (and the ascension of Lazarus) della coreografa di Belfast Oona Doherty, in scena il 7 e l’8 settembre. Inoltre, Markus Öhrn – artista svedese di base a Berlino, restituisce un inconsueto sguardo sul colonialismo e sulla diversità nelle prospettive culturali con Bergman in Uganda, un’installazione dal doppio punto di vista, che seziona la borghesia bianca narrata da Bergman nel film Persona del ’66 attraverso la voce del veejay che accompagna le proiezioni dei classici del cinema nelle baraccopoli in Uganda, sempre il 7 e 8 settembre alla Pelanda. In co-realizzazione con Romaeuropa è invece The Quiet Volume, la performance, che unisce ascolto e letteratura, di Ant Hampton e Tim Etchells (fondatore della compagnia Forced Entertainment) che dal 10 al 15 settembre, per essere poi ripresa dal 20 al 29 settembre al Romaeuropa Festival 2018, sarà ospitata in alcune biblioteche romane: al centro della performance riservata a 2 spettatori per volta, la lettura come gesto intimo e quotidiano. Fra arti visive, performance e letteratura si muove anche la belga Sarah Vanhee, rivelazione delle ultime edizioni del Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles. In Oblivion, in prima nazionale il 14 e 15 settembre alla Pelanda, la Vanhee mette in scena una sorta di “negativo” della propria vita privata e professionale, attraverso l’archiviazione dei rifiuti che l’artista stessa ha conservato per un anno. Questo tentativo di riscrivere la realtà investe anche i drammi attuali come nel caso di The Art of a Culture of Hope, progetto ad ampio respiro del duo Jessica Huber e James Leadbitter (The Vacuum Cleaner), che intende rigenerare gli immaginari del futuro. In collaborazione con Baobab. Experience, i 2 artisti svolgeranno un laboratorio con un gruppo di richiedenti asilo nel tentativo di scrivere una nuova narrazione rispetto a una questione dominata oggi da paura e rassegnazione. L’esito verrà presentato l’11 settembre alla Pelanda in prima nazionale. Frutto di una residenza artistica e produzione originale di Short Theatre sono i 2 progetti presentati in prima assoluta il 13 e 14 settembre alla Pelanda da Bogdan Georgescu e Mihaela Michailov, 2 autori rumeni selezionati nell’ambito di Fabulamundi – Playwriting Europe: il primo lavora sull’influenza che i media italiani hanno esercitato nell’immaginario dei cittadini rumeni mentre la Michailov si concentra sulle testimonianze di alcune donne rumene che vivono a Roma. Prima assoluta è anche Combattimento, la nuova creazione dei Muta Imago che debutta il 13 e 14 settembre alla Pelanda: esplorazione dei concetti di amore e desiderio ispirata dalla musica di Monteverdi e sviluppata attraverso il filtro del corteggiamento nel mondo animale. Ancora alla Pelanda e sempre in prima assoluta, dall’11 al 15 settembre si potrà assistere a Leave The Kids Alone, installazione/performance dedicata al delicato tema del bullismo firmata da VicoQuartoMazzini, compagnia vincitrice del bando di PAV, Short Theatre e Teatro i nell’ambito diFabulamundi – Playwriting Europe. Proseguendo fra prime assolute e prime nazionali, l’installazione Little Fun Palace della compagnia OHT, in residenza a Short così comeBad Peace, artefici di un concerto e di un progetto radiofonico fuori formato ispirato al “bed in” di John Lennon e Yoko Ono; la performanceIn between of what is no longer and what is not yet dello spagnolo Juan Dominguez; e quella di Claudio Stellato, 7, frutto del progetto di cooperazione europea SOURCE che vede coinvolti il Théâtre National di Bruxelles, il Festival di Avignone e il Trafo di Budapest; e i progetti site specific che raccontano gli spazi urbani (L’uomo che cammina di DOM-, una produzione di PAV nell’ambito dell’Estate Romana, e The End del collettivo milanese Strasse), fino ad arrivare all’opera di live expanded cinemaSanctuary di Carlos Casas, alla Pelanda in prima nazionale il 12 e 13 settembre. Artista visivo e filmaker spagnolo, Casas conduce lo spettatore in un viaggio onirico che segue attraverso le immagini e il suono – curato da uno dei più grandi sound designer e sound recorder internazionali Chris Watson – il destino di un gruppo di elefanti. A completare il quadro di una programmazione così densa, le creazioni fra danza, teatro e performance di alcune delle realtà più importanti del panorama italiano come Annamaria Ajmone e Alberto Ricca Bienoise (To Be Banned from Rome), Babilonia Teatri (Calcinculo),Claudia Castellucci e Chiara Guidi (Il regno profondo. Perché sei qui?), Claudia Catarzi (A Set of Timings), Filippo Michelangelo Ceredi (Between Me and P.), Fortebraccio Teatro (Sei. E dunque perché si fa meraviglia di noi?), Jacopo Jenna (If, If, If, Then),Sotterraneo (Overload). Saranno i Ninos du Brasil insieme a Carlos Casas (live visual) invece a inaugurare il 6 settembre Controra, la programmazione musicale di Short Theatre 2018. In programma anche Gegen, storica serata dell’underground berlinese in collaborazione con il Festival di Santarcangelo, il concerto del duo pop-wave franco-israeliano Winter Family (nell’ambito della Francia in scena), il live set della taiwanese Jing, prima anticipazione del progetto Soniche – le signore dell’elettronica che prenderà il via la prossima primavera, il dj set della producer londinese Debonair in collaborazione con Spring Attitude, la serata – fra musica e letteratura – dedicata all’arab futurism realizzata in collaborazione con Nero e i dj set di Lady Maru, St. Robot, Ubi Broki del collettivo Strasse e Martina Ruggeried Erika Z. Galli della compagnia Industria Indipendente. Fra le novità di questa edizione, le sessioni di lavoro di Panorama Roma. Nell’ottica di un consolidamento del dialogo fra i protagonisti della scena romana, artisti e autori come Alessandra Di Lernia, Federica Santoro, Giorgina Pi, Industria Indipendente, Artisti Innocenti, Timpano/Frosini, Salvo Lombardo, Dynamis si confronteranno il 9 settembre sulle rispettive ricerche a partire dai materiali di lavoro delle loro nuove creazioni. Infine, si svolgeranno al Teatro India i laboratori di Giorgia Ohanesian Nardin, Hugo Sanchez, Teatro e Critica, Da.Re, Modulo Arti – Master in studi di genere dell’Università di Roma3 e Dominio Pubblico Summer Moving 2018, a ribadire l’importanza della formazione nel complesso ambito dei linguaggi del contemporaneo.
www.shorttheatre.org
fonte: DISTAMPA.COM
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