Vestiti della vostra pelle

Sarà in scena martedì 10 e mercoledì 11 dicembre 2024 h 20.30, l’esito del lavoro svolto nell’ambito di “Vestiti della vostra pelle”, non un semplice laboratorio dove si trasmettono tecniche o metodi da applicare, ma un luogo di incontro e di scambio in cui, in funzione dei progetti presentati dai partecipanti, si sperimentano specifici percorsi per la creazione di un corto teatrale. I partecipanti sono stati chiamati a condividere un doppio percorso di sperimentazione: da un lato, la ricerca per trovare le forme più adatte alla realizzazione del proprio progetto; dall’altro, la collaborazione con i tutor alla definizione di un processo didattico aperto, utile a formalizzare la terza edizione del progetto di residenza didattica nel quadro più generale della Terza Missione universitaria nel settore dello spettacolo dal vivo. Il progetto di residenze didattiche universitarie Vestiti della vostra pelle – terza edizione è un atelier creativo guidato da Andrea Cosentino, in cui quattro gruppi hanno portato avanti il proprio progetto autonomo di messinscena. Al termine di un percorso lungo dieci settimane, durante il quale il tutor ha accompagnato artiste e artiste nella ricerca e nella costruzione dei singoli progetti, le compagnie presentano i propri lavori in forma di corto, martedì 10 e mercoledì 11 dicembre 2024 h 20.30, presso il Nuovo Teatro Ateneo. Evento organizzato dal Prof. Guido Di Palma. Il 10 dicembre ore 20.30 andranno in scena: “GLI ALTRI RIVOLUZIONARI” con la regia Valerio Bucci e Valeriano Solfiti, drammaturgia Agnese Desideri, con Valerio Bucci, Benedetta Margheriti, Veronica Toscanelli, Roberto Tufo; progetto sviluppato dal collettivo under 35 Teatro Villa Pamphilj. A seguire in scena lo spettacolo “VENIRE MENO” di e con Eleonora Bracci, Giulia Celletti, Marta Della Lucia, Camilla Ferrara. Mercoledì 11 dicembre alle ore 20.30 sarà la volta di “AZzIONE IMMEDIATA”, drammaturgia Teatro Roget, regia di Marco Bandiera, con Rita Aprile, Riccardo Ferrauti e Fabio Pallini. A concludere sarà lo spettacolo “MAIALI ROSA VOLANTI”di e con Giulia Carrara.

“Il punto di partenza è stato la creazione di un contesto nel quale chi partecipa non è considerato un allievo da istruire, ma qualcuno che si allena ad affrontare il vuoto che ognuno deve attraversare per ridefinire ogni volta cos’è il teatro, per poter costruire il proprio. I promotori di Vestiti della vostra pelle sono convinti che il dovere di chi fa teatro oggi è quello di reinventare continuamente non solo il senso dello stare in scena, ma anche quello dello stare in platea. L’intento è stato quello di dare vita a una sorta di atelier creativo, motivo per cui sono stati selezionati gruppi con un progetto artistico autonomo. Il punto su cui bisogna concentrarsi quando si lavora a un nuovo spettacolo non è il come, ma il perché. La forza va trovata dentro questa domanda: perché e per chi mi metto a lavorare? È lì che si nasconde qualcosa di prezioso. Il resto ne consegue: ed è pensiero, artigianato e determinazione. La residenza condotta da Andrea Cosentino si inserisce nel «Progetto per un teatro necessario» legato alla didattica del Dipartimento SARAS (insegnamento di Storia della Regia) ed è inquadrato nelle attività di Terza Missione della Sapienza Università di Roma come momento di scambio e di incontro tra il dentro e il fuori l’università. Il progetto è promosso in collaborazione con CREA-Nuovo Teatro Ateneo Università di Roma Sapienza”.
Guido Di Palma, Noemi Massari

Note di Andrea Cosentino: “Io non sono un didatta, non so come si diventi attore, né regista, né drammaturgo. Per pretendere di formare qualcuno, devi supporre di conoscere un mestiere, e per conoscere un mestiere, devi presupporre un linguaggio. Io credo che il teatro sia una cosa molto precisa, che quando accade si riconosce, ma i cui codici sono continuamente da reinventare. Quello che c’è da fare è crearsi il proprio teatro, ognuno il suo. Io metto a disposizione la mia esperienza, i partecipanti le loro domande. Perché si formino delle domande interessanti, bisogna che ci siano progetti. Non mi puoi domandare: come si fa il teatro? Il mio dovere è sottrarmi come maestro, far sì che i partecipanti prendano confidenza con la condizione abituale dell’artista, che si allenino ad affrontare il vuoto che ognuno deve attraversare per ridefinire ogni volta cos’è il teatro”.

Pubblicato da redazione