Una stanza al buio

“Una stanza al buio” ebbe un grande successo in una versione andata in scena al Teatro dell’Orologio esattamente trenta anni fa nel 1994. Questa la scena: un appartamentino un po’ retrò che uno scapolo impenitente, non per nulla malvisto da un condominio incline alla terza età, ha svecchiato trasformandolo in una garçonnière sul cui pavimento campeggia una sinistra sagoma di gesso. I contorni di una salma. Di chi? Per l’appunto, dello scapolo impenitente. Ed è qui che si introducono un uomo e una donna. Lui è l’amministratore dello stabile, ma da tutti considerato e trattato come il portiere; lei, ben più misteriosa, è forse un’avventuriera alla ricerca non si sa bene di che. O meglio: non lo si sa all’inizio, ma lo si capirà alla fine. Terzo personaggio: una femmina di notevole avvenenza che saprà rendersi protagonista della storia senza nemmeno bisogno di comparire in carne e ossa ma solo attraverso la propria immagine in video. L’azione si consuma in un arco di tempo reale mentre, dal piano di sopra, discendono le melodie mielose di una festicciola organizzata per brindare alla salute di due fidanzati ultrasettantenni. Fra l’uomo e la donna s’avvia una schermaglia che pare da poco sul principio, ma che si farà sempre più maliziosa e, poi complice sin quasi alla scabrosità, e, da ultimo, impietosa. La dinamica che si avvia e si consuma, è quella di un plagio progressivo. L’esito, un colpo di scena. Anzi due. Forse, tre. Regia Claudio Boccaccini. Con Giulia Morgani e Stefano Scaramuzzino. Aiuto Regia: Giorgia Rumiz, Costumi: Antonella Balsamo, Scenografie: Salvatore Fucilla e Federica Scalera. Dal 19 al 24 Novembre al Teatro Belli. Dal Martedì al Venerdì ore 21.00. Sabato ore 19.00 – Domenica ore 17.30.

Pubblicato da redazione