In occasione della 81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, giovedì 29 agosto alle ore 15 presso La Villa (Lungomare Marconi, 56 – Lido di Venezia) verrà presentato il cortometraggio Sette Settimane, diretto da Enrico Acciani, con Nina Nicastri, Cecilia Napoli, Mariapia Autorino, Giglia Marra, Giorgia Remediani e la partecipazione di Giorgio Consoli. Il film, prodotto da Rocco Anelli per Intermezzo srl, Roberto Gambacorta per RioFilm srl in associazione con Liminal Space, offre uno sguardo crudo e realistico su una delle questioni più dibattute del nostro tempo: la libertà di scelta di una donna di fronte alla decisione di interrompere una gravidanza. Con sensibilità e delicatezza, senza cedere a facili moralismi ma focalizzandosi esclusivamente sull’esperienza personale e intima della protagonista, Sette Settimane segue la storia di Luna, una ragazza che lavora in un supermercato, alle prese con una delle scelte più difficili della sua vita. Dopo aver consultato la sua ginecologa, Luna deve decidere se interrompere o meno la sua gravidanza. Attraverso un viaggio interiore che si sviluppa nell’arco di due settimane, il film esplora i pesanti condizionamenti sociali, il senso di colpa e la ricerca disperata di una via che le permetta di preservare la sua autonomia e la sua libertà. Girato in Puglia, dove è stata ricreata una periferia del Lazio, il film segna il ritorno alla regia di Enrico Acciani, già autore di cortometraggi selezionati al Festival di Cannes (Blasè, La figlia di Mazinga) e del lungometraggio Respirare stanca (2020). “Questo cortometraggio nasce da un racconto che mi ha fatto un’amica” – spiega il regista. “Ciò che mi ha mosso è stata la solitudine che questa ragazza ha sentito durante quelle settimane: l’asetticità degli ambienti ospedalieri, la crudezza dei rapporti interrotti, la tenerezza di una madre che ricorda cosa significhi essere una persona libera. Tutti questi elementi sono stati fondamentali per me nella creazione di questo film: una storia intensa, legata a una scelta sofferta, presa con la consapevolezza della propria libertà di donna”.
Pubblicato da redazione