PING PONG: IL RITORNO

L’allenatore cinese di Ping Pong Cai, da anni in Italia, decide di tornare in Cina dove, non senza difficoltà, verrà scelto come nuovo coach della squadra nazionale di Ping Pong, una volta la migliore al mondo, ma adesso in grave crisi, e da anni senza successi internazionali. Cai, energico e ambizioso, ma circondato da concorrenti e nemici, comincia con lo scegliere personalmente i nuovi membri del suo team, scegliendoli tra i più giovani e, a suo dire, migliori atleti della Cina. Promette che in due anni farà vincere alla sua Nazione il titolo mondiale e sottopone la sua nuova squadra a continui ed estenuanti allenamenti, ai quali i suoi ragazzi si sottopongono volentieri, essendo anche loro convinti di poter diventare i migliori al mondo. I loro avversari internazionali sono gli svedesi, da anni in testa a tutti i campionati mondiali. Contro di loro una sfida decisiva finisce con la sconfitta dei cinesi, e il coach Cai rischia di essere sfiduciato mentre i suoi problemi fisici lo allontano per mesi dalla squadra. Ma i campionati ricominciano e questa volta i cinesi sono più agguerriti e fiduciosi che mai, arrivando alla finale del torneo mondiale che si svolge proprio in Cina. Il genere sportivo è amato dal pubblico internazionale: lo spettatore facilmente si identifica nei protagonisti che, dopo epici sforzi, sfidando tutto e tutti, alla fine arrivano all’agognato trionfo. In effetti uno degli schemi principali del genere, che funziona sempre per la sua semplicità e drammaticità, vede un allenatore ormai sul viale del tramonto, costretto ad allenare una squadra di perdenti, riuscendo alla fine a portarli al trionfo. Questo film, Ping Pong. Il Ritorno, si basa esattamente su questo plot e, in effetti, il titolo originale era Il Trionfo, basato su eventi reali avvenuti nei primi anni Novanta, quando la nazionale di tennistavolo cinese è riuscita a tornare la prima al mondo, evento non irrilevante visto che il Ping Pong agonistico è lo sport nazionale di quella nazione. Il film, tuttavia, è risultato così bello da meritare anche una distribuzione internazionale rispondendo a tutti gli standard della cinematografia globale: trama avvincente, personaggi simpatici, scene dinamiche, finale entusiasmante. IL film stupisce per la sua perfezione formale fatta di piani sequenza, montaggio veloce, inquadrature perfette, che colgono al meglio i momenti di gioco riuscendo a trasformare partite, che possono sembrare statiche e ripetitive, in veri eventi drammatici, mostrando allo spettatore tutte le fasi e i segreti di uno sport apparentemente poco conosciuto ma in realtà spettacolare ed entusiasmante. Il film riesce ad essere all’altezza, sia formale che contenutistica, dei migliori prodotti hollywoodiani. La cosa non deve sorprende per chi segue da decenni la cinematografia cinese, prima quasi interamente rappresentata dalla produzione hongkonghese di film d’azione e di kung fu, ma adesso rappresentata soprattutto dalla produzione continentale, che si rivolge anche ai mercati esteri e che fa concorrenza con quella, stranamente più nota, sudcoreana. La storia riesce a trovare un perfetto bilanciamento tra le vicende personali dei protagonisti, dirigenti e giocatori, e gli aspetti più dinamici e corali fatti da allenamenti e partite. Gli attori: Deng Chao, che non solo è il protagonista, interpretando l’allenatore della squadra, buon marito e comprensivo coach, ma è anche il co-regista e il co-montatore, coadiuvato da Yu Baimei. Il successo artistico del film, insomma, è quasi tutto merito suo, essendo probabilmente, da quel che si vede in certe scene, lui stesso un ex campione di tennistavolo. Ping Pong è una lezione di regia, di drammaturgia e di montaggio in un dramma a lieto fine. Regia: Deng Chao, Yu Baimei. Sceneggiatura: Yu Baimei, Pei Liu, Hui Meng. Dal 14 Novembre nelle sale distribuito da Imago Communication.

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https://www.youtube.com/watch?v=_MH-560VhWw

Pubblicato da redazione