L’anziana Michka (Lucia Vasini), ormai non più in grado di badare a sé stessa, viene ricoverata in una clinica-ospizio diretta da un severo primario (Paolo Triestino), ma amorevolmente accudita da un dottore “ortofonista”, Jerome, (Lorenzo Lavia) che tenta di aiutarla, mentre lei velocemente perde la memoria e la capacità di articolare parole coerenti, proprio lei che ha passato la vita come correttrice di bozze lavorando sulle parole altrui, e visitata di continuo da Marie (Valentina Bartolo), una giovane vicina di casa che lei ha allevato come se fosse una figlia. Le condizioni di Michka degenerano in fretta fino alla drammatica rivelazione della tragedia della sua famiglia. Le rappresentazioni teatrali si dividono in Commedia e Dramma, bilanciandosi a vicenda, è con piacere che si vede questa opera teatrale drammatica, che presenta una storia emblematica che vuole immergersi in una tragedia esistenziale, dapprima individuale per poi trasformarsi in collettiva. L’operazione è doppiamente delicata, e pericolosa, perché è un dramma non originariamente pensato come opera teatrale, ma basato su un testo romanzesco. L’operazione intellettuale-artistica-commerciale di tradurre in immagini ciò che è scritto sulla carta riesce di solito solo con il passaggio dal romanzo al cinema, mentre qui ci riesce perfettamente. Il romanzo è opera della francese Delphine De Vigan, che ha pubblicato romanzi di successo, vincitori di premi importanti, come Gli Effetti Secondari dei Sogni e Niente si Oppone alla Notte, di solito basati sulle sue, non sempre felici, esperienze di vita. Riduzione teatrale di giochi di parole, originariamente pensati in francese e qui tradotte in italiano. Il cast è all’altezza, la protagonista, interpretata da Lucia Vasini, ha una grande esperienza cinematografica iniziata con Il Ragazzo di Campagna fino al recentissimo Al Progredire della Notte, ma è principalmente conosciuta come attrice teatrale, avendo lavorato, tra gli altri, con Dario Fo, Gabriele Salvatores e Paolo Rossi. Qui affronta un personaggio complesso e difficile, che lentamente sprofonda nella malattia e nella morte; supportata da un cast affiatato tra il quale spicca Lorenzo Lavia, figlio di Gabriele, da sempre nell’ambiente artistico, attore cinematografico (Artemisia, Smetto Quando Voglio, Esterno Notte), televisivo (La Dottoressa Giò, Perlasca) e teatrale (Riccardo III, Il Misantropo, Il Vero Amico). In quanto a Valentina Bartolo, ben conosciuta per le sue apparizioni televisive (Melevisione, I Soliti Idioti, Il Paradiso delle Signore), è in realtà prima di tutto un’attrice teatrale apparsa in decine di opere negli ultimi vent’anni (Antigone, Sogno di Una Notte di Mezza Estate, Il Malato Immaginario, Le Troiane…). Il regista Paolo Triestino, meglio conosciuto come attore, avendo debuttato nel lontano 1983 con il Principe di Homburg del suo mentore Gabriele Lavia, ed apparendo in altri film come E Adesso Sesso, Il Pranzo della Domenica e Nel Bagno delle Donne; e ben conosciuto anche come attore televisivo (Pazza Famiglia, Amico Mio, Il Commissario, Vita da Paparazzo, ecc.) A lui va il grande merito di avere tradotto, e soprattutto adattato, il testo originario, rendendo il dramma un’opera assolutamente originale da giudicare in sé stessa senza fare riferimento alla sua genesi. Sarà in scena al Teatro Parioli Costanzo dal 7 all’11 maggio.
Gio 08/05/25 21:00
Ven 09/05/25 21:00
Sab 10/05/25 21:00
Dom 11/05/25 17:00
Pubblicato da redazione