Sarà in scena al Teatro Basilica dal 25 al 27 ottobre 2024 lo spettacolo “Harem” di Alberto Bassetti, regia di Manuel Giliberti. Protagonisti Simonetta Cartia, Deborah Lentini, Alessandra Fazzino, Cecilia Mati Guzzardi e con Emanuele Puglia. L’azione si svolge nella sala di uno dei tanti castelli che Federico II fece costruire nei suoi territori. E tuttavia a questo fervore edificatorio non sempre corrispose un utilizzo reale e molte di queste fortezze, le cui imponenti linee architettoniche caratterizzano ancor oggi le terre del Sovrano furono, in molti casi, popolate solo da guarnigioni e nobili la cui unica funzione fu di attendere la visita del Sovrano e prepararsi ad una difesa che in molti casi non si rese mai necessaria. Harem è il racconto della storia di uno di questi castelli e delle persone che lo abitano. Uno spaccato di vita che mescola umanità e storia. In una di queste fortezze infatti, quattro donne di nascita e razza diversa consumano la propria esistenza. Sono le favorite di un Harem che però fino a quel momento non è stato ancora mai visitato dal suo Signore. Le quattro, una Siciliana, una Germana una Romana e una Saracena parlano tra loro, ipotizzano, sognano, si scontrano nella speranza di poter essere un giorno prescelte come la preferita dell’Imperatore. Si comportano e agiscono come se già vivessero questo confronto e dunque non lesinano tra loro bassezze, insinuazioni e attacchi reciproci. Ognuna un mondo: c’è chi come la Siciliana ha smesso di attendere e di sperare, chi come la Saracena, consapevole della propria avvenenza e gioventù, si ritiene certa di una sorte migliore e chi invece, come le altre due, mescola amarezza e aggressività come bestia tenuta in cattività. Si consuma così giorno dopo giorno un gioco al massacro, quasi una danza della mente, una sorta di farandola che al movimento del corpo sostituisce una febbrile attività del cervello e che le quattro donne svolgono a proprio vantaggio per far si che l’arrivo dell’Imperatore le trovi pronte, tesa ognuna a primeggiare sulle altre. E la visita ci sarà: con l’arrivo di un Visitatore inatteso porterà infatti ad un epilogo che sarà invece ben diverso da uno dei tanti immaginati; epilogo che appunto suggellerà per le quattro donne la caduta di tutte le illusioni e insieme la necessità di uscire dal gioco per riconoscere la pochezza della propria realtà. La necessità della dolorosa presa di coscienza di un destino senza futuro la cui storia è stata già scritta fin dall’inizio. Quanto accade trasformerà la commedia in tragedia e se anche non avverrà in realtà nulla di cruento, purtuttavia un’altra fine, una morte morale attenderà le quattro donne il giorno dopo, al sorgere del sole. Bassetti da drammaturgo consumato consegna alle attrici protagoniste quattro personaggi che pur muovendosi nella cornice di un periodo storico assumono purtuttavia pienamente i caratteri di donne moderne alle prese con la ricerca della propria identità. E così mentre si sorride, si ride e si riflette ci si interroga anche, mentre la vicenda si dipana in scena, antica eppur attualissima ancora oggi, nel racconto dell’immutato rapporto tra potere e dipendenza.
Manuel Giliberti
Pubblicato da redazione