Dov’è la vittoria?

Sarà in scena al TeatroBasilica dal 30 novembre al 1° dicembre 2024 il COLLETTIVO BESTAND con “Dov’è la vittoria?”, di Agnese Ferro, Giuseppe Maria Martino, Dario Postiglione. La regia è di Giuseppe Maria Martino, in scena Martina Carpino, Luigi Bignone, Antonio Elia. Una leader di estrema destra è la prima donna candidata alla Presidenza del Consiglio in Italia. Questa non è la realtà, ma il nucleo di Dov’è la Vittoria, un testo teatrale scritto nel 2018 che è diventato uno spettacolo del collettivo BEstand, prodotto dal Teatro di Napoli e da Casa del contemporaneo. Italia: un paese della civilissima Europa che a furia di xenofobia e rigurgiti populisti sta diventando sempre più nera. Tre attori sono nel pieno di un processo creativo: la costruzione di un personaggio controverso, a tratti grottesco, imprendibile – Vittoria Benincasa, prima attivista e poi leader di un partito di estrema destra che tenta la scalata alla Presidenza del Consiglio. Vittoria (personaggio di fantasia?) ha un talento da trasformista e il carisma di una cattiva Marvel. Si muove con destrezza nel vuoto ideologico dell’Italia degli ultimi vent’anni, elude le contraddizioni della sua identità politica e di genere, mira al cuore del suo elettorato. I tre attori entrano ed escono freneticamente dai loro personaggi alla ricerca del vero volto di Vittoria, mentre un disagio crescente inceppa il meccanismo della satira e la finzione comincia a fagocitare la realtà.

REALTÀ O FINZIONE?
I nostri attori intendono usare il personaggio come un bisturi, per “tirare fuori ciò che di lei è in noi”. Ma il fascino di Vittoria agisce come un contagio che mette in crisi le coordinate morali e ideologiche dei suoi creatori, e con loro degli spettatori che seguono il processo in presa diretta. Quella che sembra una cattiva da fumetto, un villain da operetta, diventa una presenza pericolosamente reale. Il pubblico è invitato a ridere e a empatizzare, a godersi i giri di giostra deliranti di tre stuntman nel mondo grottesco di Vittoria, finché il gioco non si fa serio e un fucile non viene puntato contro noi tutti. Quando abbiamo cominciato, non immaginavamo che ci saremmo trovati a specchiarci nella realtà politica di questi giorni. Forse il teatro non incide concretamente sul presente, ma almeno può introdurre un corpo vivo in quella nebbia dove reale e immaginario si confondono, e da cui prende forma il futuro. OGNI RIFERIMENTO A PERSONE ESISTENTI, FATTI REALMENTE AVVENUTI, PERSONALITÀ PUBBLICHE, CONTINGENZE STORICHE È UNA TRAGICA COINCIDENZA CHE NON RIUSCIAMO A SPIEGARCI.

Pubblicato da redazione