CA-NI-CI-NI-CA

Sarà in scena al TeatroBasilica dal 21 al 24 novembre 2024, CA-NI-CI-NI-CA di Greta Tommesani, con Greta Tommesani e Federico Cicinelli, drammaturgia e messa in scena di Greta Tommesani e Federico Cicinelli con la collaborazione di Daniele Turconi; cura del movimento Beatrice Pozzi e Angela Piccinni. CA-NI-CI-NI-CA è un progetto di ricerca e uno spettacolo sullo sfruttamento lavorativo e sulle modalità con cui si comunicano le cause sociali. Il progetto nasce dal desiderio di rappresentare lo sfruttamento lavorativo nelle filiere agro-alimentari – in particolare, in quella della salsa di pomodoro – non tanto come una situazione emergenziale, quanto come un fenomeno sistemico determinato dalle dinamiche di un sistema produttivo dominato dalla Grande Distribuzione Organizzata.

Note di Greta Tommesani
«Durante la ricerca, ho provato a mettere a fuoco elementi in comune a esperienze lavorative trasversali a diversi settori (oltre a quello agricolo, quello sociale e culturale) e caratterizzate da (auto)sfruttamento e precarietà: il potere di mercato di chi determina il prezzo (del lavoro o del prodotto stesso) in una filiera produttiva; l’ossessione alla produttività che, combinata con il senso di identificazione con il proprio lavoro, porta all’autocontrollo e all’autosfruttamento da parte del lavoratore; il senso di responsabilizzazione individuale per i propri (in)successi professionali collegato all’idea di merito; la concezione della salute mentale come funzionale alla propria produttività e alla resilienza come lavoratori; l’attitudine a trovare soddisfazione nel “fare bene un lavoro” (perché non è possibile spesso trarre soddisfazione dal lavoro che si fa in quanto degradante, ripetitivo, sfiancante o privo di senso). In questo tentativo, ho pensato di mettermi in scena e rappresentare il modo in cui mi percepisco e faccio esperienza del lavoro in ambito sociale/umanitario: c’è la sensazione di replicare dinamiche di oppressione e (auto)sfruttamento proprie di relazioni disfunzionali, nella misura in cui il rapporto lavorativo sembra l’unico a cui doverci/poterci dedicare in modo totalizzante e per cui non si è mai abbastanza».

Pubblicato da redazione