L’amministratrice delegata di una importante azienda americana, Romy (Nicole Kidman), è una donna matura ma ancora attraente, sposata col regista teatrale Jacob (Antonio Banderas), e madre di due figlie adolescenti. Dovendosi prendere cura di un giovane stagista, Samuel (Harry Dickinson), si sente progressivamente affascinata dallo sfacciato giovanotto che tenta ostentatamente di sedurla, fino a farla cedere, con sua grande e inaspettata soddisfazione, ma mettendo a quel punto, che sembra di non ritorno, sia la sua apparentemente felice vita familiare, che il suo lavoro, rischiando di essere accusata di molestie sessuale, essendo una donna di potere e il giovane un suo sottoposto. Riuscirà Romy, nonostante la passione che prova per il giovane a liberarsene e salvare così sia la sua pericolante carriera che il suo insoddisfacente matrimonio? Babygirl, perché è così che appare al suo amante la matura donna in carriera, è un film dalla trama classica basti pensare al celebre, a parti inverse, Attrazione Fatale, che conduce il gioco in modo elegante e professionale, approfondendo la psicologia complessa della sua protagonista, mattatrice assoluta della narrazione. Il cuore centrale del film è l’insoddisfazione sessuale della protagonista, una donna avanti negli anni ma ancora affascinante e ancora in cerca di insoliti piaceri ed emozioni, che il marito, che nulla sospetta, non sembra in grado di darle. Qui la dialettica schiavo-padrone viene capovolta e a condurre il pericoloso gioco sembra essere il giovane stagista che sottomette completamente la matura manager; e questo è il secondo tema del film. I due temi, quello personale e quello professionale, sono descritti in maniera inestricabile e portano avanti il film fino alla sua conclusione, apparentemente consolatoria. Scrittura, regia e interpretazione ai massimi livelli. Babygirl ruota tutto attorno alla sua straordinaria protagonista, una Nicole Kidman in grande forma che per questo ruolo ha vinto la Coppa Volpi come migliore attrice all’ultima Mostra di Venezia. La Kidman, ora sull’orlo dei sessant’anni, è ancora incredibilmente bella, e non si vergogna di mostrare, elegantemente, la sua ancora provocante nudità, e con questo film raggiunge l’apice della sua carriera iniziata nel lontano 1983 e seguita con decine di titoli e di film di grande successo come Ore 10, Calma Piatta, Cuori Ribelli, Batman Forever, Eyes Wide Shut, The Others, Vita da Strega, ecc. facendo di lei una delle attrici più celebri e amate del mondo. Il suo antagonista, il canadese Harry Dickinson, nonostante la giovane età ha già una decina d’anni d’esperienza e ha recitato in film come Maleficent e The King’s Men, non sfigurando accanto alla Kidman. Antonio Banderas, in un ruolo che riesce a renderlo realistico grazie alla sua immensa esperienza. Ma il film è interamente creazione dell’olandese Halina Reijn, nata come attrice (Black Book, Operazione Valchiria), anche sceneggiatrice e da poco regista (Bodies Bodies Bodies), ma che dimostra con questo film di essere una cineasta perfettamente in grado di maneggiare la complessa materia di un’opera cinematografica: la sua regia è quasi perfetta, l’uso delle inquadrature denota grande professionalità e, grazie alla sua passata esperienza di attrice, sa come tirare fuori il meglio dai suoi attori. Dal 30 gennaio 2025 nelle sale italiane, distribuito da Eagle Pictures.
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Pubblicato da redazione