Polidora… o dell’invidia

La Tiorba a taccone è senza dubbio una delle pietre miliari della letteratura Napoletana d’epoca barocca. Fu composta da tal Felippo Sgruttendio De Scafato, probabile pseudonimo di Giulio Cesare Cortese; mistero questo, non ancora del tutto risolto. Il poema è diviso in dieci corde e descrive una Napoli pittoresca e bizzarra. Nei versi non v’è traccia alcuna di consuete “fanciulline dalle bionde trecce” oppure “dame tanto oneste e gentili che altrui salutan”. No, qui si parla di meretrici, ladri e vajasse, mentre i dolci sospiri d’amore emessi dalle dame di corte, qui li troviamo trasformati in altre esalazioni corporee…Il tutto sempre nello stile poetico che distingue l’autore. Nella prima, quinta e decima corda l’indiscussa protagonista è la donna dei suoi sogni, chiamata con il nome improbabile di Cecca. In queste corde viene identificato il nucleo originale de componimento denominato inizialmente Lo Calascione. Le corde restanti, nate in seguito, sono costituite da sonetti e poemi. Ci raccontano di fiabe antiche, oppure di personaggi grotteschi che popolavano le zone frequentate dal Nostro: il Porto, il Pendino e l’Imbrecciata…ed è da questo materiale che nasce l’idea di elaborare il racconto scenico e musicale di Polidora…o dell’invidia.

Sabato 19 febbraio – ore 21Sabato 19 febbraio, alle ore 21, Sala Ichòs il concerto “Polidora… o dell’invidia” con la drammaturgia e le musiche originali di Lello Ferraro e l’arpa di Gianluca Rovinello. Info e prenotazioni: 335 765 2524 – 335 7675 152 – 081275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17).

Pubblicato da redazione